La Chimica Dei Broccoli

La Chimica Dei Broccoli

I broccoli appartengono alla famiglia delle Crucifere e sono un vegetale originario dell’Asia minore. Si diffusero già intorno al V-IV secolo a.C nella nostra penisola ed ebbero grande successo. Sono piante che si adattano bene ad un clima fresco, e la cui raccolta può proseguire fino ad inverso inoltrato, caratteristica sicuramente apprezzato secoli fa. Si consumano le infiorescenze quando non sono ancora mature, e se raccolte con i tempi giusti la pianta continuerà a produrre nuove infiorescenze garantendo una resa notevole. Altra caratteristica molto apprezzata.

Nel corso del tempo sono state selezionate diverse varietà che si diversificano per colore, forma e anche sapore.

Valori Nutrizionali

L’apporto calorico è modesto, circa 30kcal/100g fornito principalmente da carboidrati, circa 5g. Le proteine sono circa 3g e le fibre 2.5g mentre i grassi sono trascurabili.

Sono una discreta fonte di alcuni minerali, come magnesio, potassio e ferro.

I broccoli sono invece un’ottima fonte di vitamina C, ed una buona fonte di di vitamina K, folati e vitamina A.

Come per molti altri vegetali, a causa del significativo contenuto di vitamina K si consiglia molta attenzione al consumo per i soggetti che assumono farmaci anticoagulanti come il Warfarin (Coumadin ecc.). L’assunzione della vitamina K, infatti, ridurrebbe l’attività farmaco.

 

 

Gli effetti benefici dei glucosinati

Come tutte le Crocifere, anche i broccoli contengono quantità significative di glucosinati.
Queste sostanze vengono prodotte dalle piante per proteggersi dai parassiti, e sono caratterizzate, da un punto di vista chimico, dalla presenza nella loro struttura di atomi di zolfo e azoto. Sono maggiormente presenti nelle pianti giovani, e alcune variabili di coltura possono influenzare ulteriormente la concentrazione di queste molecole.

Queste sostanze contribuiscono a conferire l’aroma e il profumo tipico di questi vegetali.

Quando un parassita, o il nostro coltello, danneggiano la struttura delle cellule della piante, si libera un enzima, la mirosinasi. Questo enzima quando entrando in contato con i glucosinati, li trasforma in altri composti: isotiocianati, tirocinanti, indoli e nitrili. Tutti questi composti sono efficaci pesticidi, e come detto prima sono preziosi per la pianta per proteggersi dall’attacco di parassiti.

A partire da studi in vitro, queste molecole sono state studiate per potenziali effetti -antitumorali.

In particolare, un derivato dell’attività enzimatica della mirosinasi è l’indolo-3-carbinolo. Questa sostanza, è studiata per la sua attività protettiva nei confronti del tumore del seno ormone-dipendente. Il meccanismo ipotizzato prevede una sua azione sugli enzimi che metabolizzano gli estrogeni. A questo proposito, alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione inversa tra il consumo di Crucifere e il tumore al seno ormone-sensibile (più vengono consumate Crocifere, più le persone sono protette da questo tipo tumorale).

Altri effetti dei metaboliti dell’enzima mirosinasi sono emersi da studi in vitro. In particolare, questi composti sembrano agire sugli enzimi epatici di fase 1 e fase 2. Questi due classi enzimatiche modificano le sostanze estranee (farmaci, alcool, nutrienti ecc. ) che introduciamo con l’alimentazione, e in alcuni casi le convertono in sostanze tossiche come gli idrocarburi policiclici armatici.

Globalmente, l’effetto protettivo sui tumori è probabilmente conferito non solo da queste molecole, ma anche dall’azione sinergica con vitamina A, C,  folati e fibre che sono significativamente presenti in questi vegetali.

Inoltre, da recenti studi in vitro, sta emergendo un potenziale ruolo immunomodulatore (influisce cioè l’attività del sistema immunitario) che potrebbe contribuire alla prevenzione oncologica.

Buoni anche per il cuore

Ne ho parlato anche qui (articolo), il consumo regolare di crucifere è associato ad una riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, in particolar modo sembra ridurre il rischio l’ispessimento della parete carotidea, una manifestazione della malattia aterosclerotica. Lo studio, pubblicato di recente sull’Journal of the American Hearth Association, ha indagato in realtà il consumo in generale di crucifere. Gli autori hanno ipotizzato che questo effetto “cardio-protettivo” sia da attribuire ai composti organo-solforati di cui anche i broccoli sono ricchi.

Non solo effetti positivi

Come già detto, massima attenzione devono averla i soggetti che assumono anti-coagulanti orali come il Warfarin (Coumadin). La presenza di vitamina K protrebbe limitare l’attività del farmaco esponendo il paziente ad esiti negativi.

Un altro effetto potenzialmente negativo è l’attività delle crocifere nei confronti della nostra tiroide. I derivati dei glucosinati, infatti, presentano una significativa attività anti-tiroide.

In particolare, la goitrina è in grado di limitare la captazione dello iodio da parte della tiroide, e lo iodio è fondamentale per l’attività della ghiandola. Tuttavia,  i broccoli in particolare, contengono quantitativi di goitrina modesti, e di conseguenza l’impatto negativo sull’assorbimento di iodio è limitato. Questi composti sono però in grado anche di limitare la sintesi degli ormoni tiroidei.

Ma c’è una buona notizia: l’attività anti-tiroidea di questi composti può essere fortemente limitata con la cottura. I soggetti che soffrono di ipotiroidismo devono quindi prestare attenzione al consumo regolare di crocifere crudi.

Fonti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3303573/

https://www.tandfonline.com/doi/full/10.3109/13880209.2011.586040

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23110644

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26946249

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https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29618474