La Chimica della Rucola

La Chimica della Rucola

La rucola è una pianta appartenente alla famiglia delle Cruciferae, della quale fanno parte anche i ravanelli e i cavoli. Fin dall’Antichità, i romani la coltivavano.

Si adatta bene anche nei terreni aridi e poveri, e più il terreno è arido più il gusto è spiccato.

I Valori Nutrizionali

L’apporto calorico della rucola è modesto: 25kcal / 100g. Fornisce circa 4g di carboidrati, 2.5g di proteine mentre i grassi sono trascurabili. Le fibre sono 1g/100g. [1]

La rucola è una buona fonte di minerali, in particolar modo di calcio (300mg/100g). Nei vegetali, in genere, sono presenti i cosiddetti anti-nutrienti (ossalati, fitati) che limitano l’assorbimento di alcuni nutrienti “mascherandoli” ai trasportatori intestinali. La rucola è in realtà povero di ossalati ed il contenuto di calcio è quindi piuttosto biodisponibile, viene cioè ben assorbito. Buono l’apporto anche di potassio (460mg/100g), magnesio e ferro. [1]

Apprezzabile il contenuto di vitamina C, folati e vitamina K (110mcg/100g). In virtù dell’elevato contenuto di quest’ultima vitamina, i pazienti che assumono anticoagulanti orali a base di Warfarin (Coumadin) devono prestare molta attenzione: la vitamina K, infatti, può ridurre in modo significativo l’attività del farmaco esponendo così il soggetto ad aumentato rischio di formazione di trombi. [1]

Infine, è apprezzabile anche l’apporto di vitamina A, in virtù del contenuto di carotenoidi (luteina e zeaxantina) preziosi per il mantenimento della salute della vista.[1]

I glucosinolati

Tutte le crucifere, compresa dunque anche la rucola, sono ricche di di glucosinolati. Le piante di questa famiglia sintetizzano questi composti per proteggersi dai parassiti. Il taglio con il coltello e la masticazione delle foglie di rucola liberano queste molecole che vengono trasformate, ad opera di alcuni enzimi presenti nella foglia, in nuovi composti bioattivi, fra cui gli isotiocianati.  [2]

La rucola si caratterizza, in particolare modo , per la presenza di erucina. Questo composto svolge un’azione prebiotica, è cioè in grado di favorire la crescita nel nostro intestino di alcune specie batteriche positive per la nostra salute. Fra queste, meritano una menzione i Lactobacillus plantarum e Lactobacillus acidophilus. Questi studi sono ancora limitati ad esperimenti condotti in vitro e necessitano dunque di ulteriori approfondimenti. [3]

Diversi studi recenti, in vitro in vivo, hanno evidenziato interessanti effetti antitumorali. Sembrerebbe svolgere anche un’interessante azione anti-ossidante e pare essere anche in grado di stimolare l’attività dei nostri enzimi che ci difendono dai radicali liberi. Lo stress ossidativo indotto dai radicali liberi è uno dei principali fattori determinanti i processi di neuroinfiammazione che caratterizzano la malattia di Parkinson.  Gli isotiocianati, ed in particolare modo l’erucina, potrebbero  giocare un ruolo neuorprotettivo interessante. Questi studi sono stati condotti solo su modelli cellulari, e sono quindi preliminari.[4][5]

 

Fonti:

[1] http://nut.entecra.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?idalimento=005460&quant=100

[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27816826

[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4227190/

[4] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3153205/

[5] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5037733/