La Chimica dell'Uva

La Chimica dell'Uva

L’uva è il frutto della Vitis vinifera, una pianta nota anche come vite Europea. La pianta sembrerebbe comparire in Europa addirittura nel Neolitico e scritture sumeriche (III millennio a.C) già testimoniano che la vite era coltivata per produrre vino. Le prime testimonianze italiane risalgono invece a X secolo a.C in Emilia.

Esistono due tipi di uva: quella da tavola, caratterizzata da acini più dolci e con la bucci sottile, polpa soda e pochi semi; l’uva da vino invece ha un polpa più succosa e tenera.

Nel contesto vinicolo italiano si coltivano oltre 300 varietà di uve da vino, alcune molto diffuse, altre si limitano ad alcuni piccoli territori ben definiti.

La maturazione del frutto permette la raccolta dagli inizi del mese di agosto fino ad autunno inoltrato. I grappoli, dopo la raccolta, non maturano ulteriormente, prestate quindi attenzione a scegliere bene durante l’acquisto!

Valori Nutrizionali e Fitonutrienti

100g di uva apportano circa 60kcal, così ripartite:

  • 80g circa di acqua
  • 0,5g di proteine
  • 0,1g di lipidi
  • 15,5g di zuccheri
  • 1,5g di fibra

E’ una discreta fonte di alcune vitamine, in particolar modo la vitamina C, A, B1 e B6. Apprezzabile anche il contenuto di alcuni sali minerali, come il potassio.

L’uva è inoltre ricca di fitonutrienti, alcuni molti studiati dai ricercatori perché sembrerebbero possedere effetti positivi sulla nostra salute molto interessanti. In realtà queste sostanze non sono presenti solo nella polpa dell’acino, ma anche nella buccia e nei semi.

In particolare, l’uva contiene stilbeni (come il resveratrolo), flavonoli (es. catechine), favonoli (es. quercetina), acidi fenolici (acido caffeico) e carotenoidi (beta-carotene, luteine e zeaxantina).

 

 

Quale effetto hanno i fitonutrienti dell’uva?

La ricerca scientifica degli ultimi suggerisce un probabile effetto anti-ossidante dei fitocomponenti dell’uva. Gli studi in questione sono stati principalmente condotti sul modello animali, sono pertanto preliminari sebbene sembrerebbero suggerire un aumento dell’efficacia delle difese che il nostro organismo attua nei confronti dello stress ossidativi. Questa attività anti-ossidante ha mostrato, sempre in studi in vivo, apprezzabili proprietà protettive a livello epatico e del sistema nervoso centrale.

Un altro importante filone di ricerca sta tentando di approfondire la potenziale attività anti-tumorale di questo frutto. Esclusi gli studi condotti in vitro che come già spiegato (qui) sono utili per suggerirci nuove vie da percorrere, gli studi più importanti fino ad ora condotti sono stati eseguiti su modelli animali. Inoltre sono sempre stati impiegati estratti della buccia (titolati in polifenoli) o dei semi. Altri studi invece hanno impiegato il succo di uva. Globalmente questi studi forniscono risultati incoraggianti, mostrando una interessante attività anti-tumorale, con una riduzione della crescita del tumore primario e in alcuni casi delle metastasi.

Sul V.vinifera sono però stati condotti anche studi sull’uomo.

Uno studio (Bazàn-Salinas et al. 2016) in doppio cieco ha dimostrato che l’olio dei semi degli acini d’uva sono in grado di ridurre l’aggregazione piastrina. Questo effetto è quello ricercato nei pazienti che assumono la cardioaspirina per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Ovviamente che vi venga in mente di sostituire il vostro farmaco con i semini dell’uva!

Atri studi, sempre condotti in doppio cieco, hanno dimostrato che l’estratto dei sedi sia in grado di ridurre i sintomi fisiologici della menopausa, e di ridurre la pressione diastolica.

Infine, sono stati condotti studi sull’impiego di vari estratti del frutto in prodotti cosmetici, ma non è argomento di questo (e non ne ho le competenze per valutarli).

Uva e Sport

Uno studio randomizzato in doppio cieco controllato   ha confrontato la somministrazione di un estratto d’uva (400mg/die) con un placebo (maltodestrine) in atleti professionisti.  L’attività fisica intensa può determinare una eccessiva produzione di radicali liberi che sono in grado di indurre un danno ossidativo alle nostre cellule e ai nostri tessuti. La supplementazione con l’estratto si è mostrato in grado di ridurre i marcatori di stress ossidativi negli atleti, e di migliorare alcuni parametri di prestazione nel sottogruppo dei giocatori di pallamano.

E’ solo uno studio, e solo su 20 atleti. Ancora poco per dare sicure indicazioni, ma abbastanza da suscitare interesse per approfondire l’argomento con ulteriori studi.

Infine, una mia piccola considerazione personale dedicata soprattutto agli sportivi: non temete lo stress ossidativo! Vero è che l’attività fisica intensa determini un aumento dello stress ossidativo, ma questo può essere utile ad aumentare la prestazione sul medio-lungo periodo. Il nostro organismo, infatti, subendo questo stress, inizia pian piano ad attuare meccanismi di compensazione e ad adattarsi alla nuova situazione stressante. Si ritroverà così alla fine ad aver aumentato le proprie difese anti-ossidanti per far fronte alla nuova situazione. Questo permette un miglioramento dello risposta allo stress e un miglioramento della performance .

Fonti

http://www.agraria.org/viticoltura-enologia/composizione-chimica-uva.htm

http://nut.entecra.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?idalimento=007380&quant=100

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27196869

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24150013

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25741817

http://www.humanitas.it/enciclopedia/alimenti/frutta/uva