La chimica degli Asparagi

La chimica degli Asparagi

Una verdura tipicamente primaverile, di cui sono note oltre 300 varietà. Stiamo parlando degli asparagi.

Questa verdura, Asparagus officinalis, appartiene alla famiglia delle Asparagaceae. E’ una piante perenne, originaria dell’area del Mediterraneo, quindi ben conosciuta anche dai nostri antenati Romani.

Dal rizoma della pianta, crescono dei germogli chiamati turioni che sono la parte commestibile degli asparagi. Con la crescita, questi germogli diventano sempre più legnosi e appetibili, pertanto, una raccolta puntuale è importante per gustare al meglio il sapore di questa verdura.

Come vedremo, il contenuto di zuccheri, per essere una verdura, è significativo. Non preoccupatevi, non ingrasserete mangiando asparagi! Questi zuccheri, peraltro, sono maggiormente presenti nei germogli più giovani, e con la crescita,  ma anche dopo la raccolta, vengono consumati . Questo fa perdere velocemente il sapore. Se volete rallentare questo processo, potreste avvolgerli in panno umido e ritirarli in un sacchetto di plastica (così da ridurre l’areazione), oppure, consumateli appena raccolti!

Valori nutrizionali

L’apporto calorico degli asparagi è davvero modesto: 100 grammi apportano circa 20 kcal, fornite principalmente dai 3g di carboidrati (di cui 2 g di fruttosio e 0.5 g di glucosio).

I grassi sono sostanzialmente assenti, e la fibra totale è pari a 2g.

Contengono invece circa 3 g di proteine, ed in particolar modo è significativo il contenuto di un aminoacido, l’asparagina.
In seguito, vi parlerò più nel dettaglio di questo aminoacido.

Gli asparagi sono ricchi di vitamine, in particolar modo: vitamina K (attenzione quindi ai pazienti in terapia con farmaci anticoagulanti), vitamina C, A e folati.
Discreto il contenuto di sali minerali, fra cui ferro, rame, potassio, magnesio e zinco.

L’asparagina, e non solo

E’ sicuramente un aminoacido con proprietà interessanti, pur non essendo uno degli aminoacidi essenziali (quelli essenziali sono quelli che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e dobbiamo, pertanto, introdurli con la dieta).

Partecipa a diverse reazioni biochimiche che avvengono nelle nostre cellule, ad esempio, partecipa al ciclo dell’urea che ci permette di eliminare i residui azotati del nostro catabolismo. Partecipa, inoltre, alla sintesi di neurotrasmettitori, ovvero quelle molecole che le nostre cellule impiegano per inviarsi “segnali e messaggi”.  In virtù di questi sui ruoli, viene impiegata, ad esempio, come supplemento per gli sportivi e per coloro i quali soffrono di astenia.

Infine, ancora una curiosità sull’asparagina: viene somministrata per ridurre il danno epatico in seguito ad un consumo eccessivo di alcol. Potreste inserirli, pertanto, in un pasto post-sbornia!

Gli asparagi contengono anche saponine, molecole che la pianta produce per scopi difensivi e che, in studi condotti in vitro e in vivo, hanno mostrato effetti antiossidanti, immunostimolanti ed epatoprotettivi.

Qualche precauzione

Considerato il significativo contenuto di vitamina K, come già detto, è sconsigliato il consumo da parte dei pazienti in terapia con farmaci anti-coagulanti (es. Coumadin).

Gli asparagi possono causare allergia con sintomi sia respiratori che a livello cutaneo.

Le oltre 300 varietà… 

Come detto, se ne contano circa 300 varietà, e fra questi, i quelli verdi sono fra i più diffusi. Il colore è dovuto all’elevata presenza di clorofilla.

Quelli violetti, invece, sono caratterizzati anche dalla presenza di antocianine, pigmenti con azione anti-ossidante che “colorano” anche diversi frutti.

Gli asparagi bianchi sono invece fatti crescere al riparto della luce, e vengono raccolti non appena spuntano.

Infine, ricordiamo gli asparagi selvatici. Questi però appartengono ad una specie diversa, l’Asparagus acutifolius. Si raccolgono dalla primavera inoltrata, fino al mese di Giugno. Sono di colore verde e sono più sottili dei “cugini” verdi.

E l’odore molesto ?
Forse avrete iniziato a leggere questo articolo proprio per scoprire perché mangiare asparagi fa assumere uno sgradevole odore alle urine.

Il colpevole è l’acido asparagusico: i soggetti geneticamente predisposti (si, non accade a tutti) processano questa sostanza liberando composti contenti zolfo che conferiscono il fastidioso odore alle urine. Il composto che si forma, e che è  il maggiore responsabile, è il mercaptano.

E forse rimarrete stupiti che non tutti avvertono questo odore.

Fonti

http://nut.entecra.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?idalimento=005050&quant=100

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3249924/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19895471

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14720273

http://dmd.aspetjournals.org/content/29/4/539.long