Ictus e demenza? Un aiuto da caffè e tè

Ictus e demenza? Un aiuto da caffè e tè

Da un recente studio (2021) condotto dalle Yale School of Public Health (USA) e dalla Tianjin Medical University (Cina), sembrerebbe che un consumo moderato di caffè e tè potrebbe influire positivamente sul rischio di insorgenza di ictus e demenza. Queste patologie sono tipiche dell’età avanzata e impattano, significativamente, sul totale dei disturbi neurologici.

Ma vediamo, più nel dettaglio, cosa aggiunge questo studio.

Sono stati selezionati oltre 365 mila partecipanti, con un età compresa tra 50 e 74 anni, e dei quali fosse disponibile la storia clinica dal 2006-2010 fino al 2020. Le informazione sono state reperite dalla UK Biobank, uno dei più importanti e ricchi database biomedici disponibili che raccoglie, oltre informazioni genetiche, anche dati circa lo stile di vita, dati clinici e anamnesi famigliari.

In particolare, i ricercatori hanno indagato se vi fosse una eventuale associazione causa-effetto tra il consumo di caffè/tè e lo sviluppo di malattia. Al fine di escludere potenziali fattori confondenti, e che avrebbero pertanto influito gli esiti, hanno considerato diversi determinanti, fra cui; sesso, etnia, indice di massa corporea (BMI), attività fisica, consumo di alcool o bevande zuccherate, storia clinica ecc.

Il fatto che siano stati considerati così tanti fattori confondenti, il numero elevato di soggetti seguiti e il lungo follow up (medio di 11,4 anni) rassicura circa la validità di questo importante studio.

E’ emerso che l’assunzione separata e combinata di tè e caffè sembrerebbe associarsi a un minor rischio di ictus, ictus ischemico, demenza e demenza vascolare. Nello specifico, rispetto ai non bevitori, il consumo quotidiano da 2 a 3 tazze di caffè e da 2 a 3 tazze di tè era riferibile a una riduzione del 32% per ictus  e del 28% per demenza.

Come agiscono tè e caffè?

Sebbene siano necessari ulteriori studi finalizzati ad identificare i meccanismi d’azione, è possibile avanzare delle ipotesi. Probabilmente, un ruolo significativo, è svolto dagli anti-osssidanti che sono particolarmente presenti in queste bevande. Inoltre, alcuni composti biologici contenuti, come le catechine (ad es. del tè verde), migliorano la funzione endoteliale (la funzione della parete interna dei vasi sanguigni).

Sul caffè e l’ictus

In un altro mio articolo, avevo ripreso uno studio (2021) condotto in Giappone circa la sicurezza del consumo di caffè in pazienti con storia di infarto o ictus. I ricercatori avevano sottoposto un questionario a 46123 persone di età compresa tra 40 e 79 anni al fine di indagare il loro stile di vita, comprese le abitudini alimentari, e la loro storia clinica. Concentrando l’indagine nel gruppo dei pazienti cardiopatici, era emerso che il consumo di una tazza al giorno si associa a una riduzione del rischio di mortalità totale del 22%, rispetto a non consumatori. Anche in uq

 

Se volete leggere altro sul caffè o sul tè, di seguito trovate dei miei articoli:

 

BIBLIOGRAFIA

  1. https://www.ukbiobank.ac.uk/
  2. Zhang Y, et al. “Consumption of coffee and tea and risk of developing stroke, dementia, and poststroke dementia: A cohort study in the UK Biobank”. PLoS Med. 2021. PMID: 34784347
  3. Teramoto, M., Muraki, I., Yamagishi, K., Tamakoshi, A., & Iso, H. (2021). Green Tea and Coffee Consumption and All-Cause Mortality Among Persons With and Without Stroke or Myocardial Infarction. Stroke
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