Il colesterolo buono, è sempre buono ?

Il colesterolo buono, è sempre buono ?

Fortunatamente, sempre più persone si preoccupano della propria colesteremia ( i livelli di colesterolo nel sangue). Oggi è davvero semplice misurare questo parametro, volendo ci si può recare in una farmacia dove con un semplice prelievo capillare possiamo conoscere più dettagliatamente il nostro stato di salute. E’ importante tenere sotto  controllo il nostro profilo lipidico per preservare la nostra salute cardiovascolare, e allontanare in tal modo il rischio di infarti e ictus.

Quando leggiamo le nostre analisi del sangue ci concentriamo  sempre su : colesterolo LDL e colesterolo HDL. Il primo definito cattivo, il secondo buono. Ma è sempre così ?

Il colesterolo è un lipide fondamentale in quanto è un componente delle nostre membrane cellulari. Viene inoltre utilizzato come precursore per la sintesi di molecole più complesse, come gli ormoni sessuali. Lo possiamo assumere con la nostra dieta, ma il nostro corpo è comunque in grado di sintetizzarlo.

Negli ultimi decenni la ricerca ha sempre più studiato il ruolo del colesterolo poiché il suo eccesso a livello ematico ne causa l’accumulo a livello delle pareti dei vasi sanguigni (patologia nota come aterosclerosi). Questo accumulo, nel lungo periodo, causa un restringimento del vaso sanguigno con conseguente riduzione del flusso di sangue. Questa riduzione può condurre ad infarto ed ictus. Mantenere nei limiti indicati dalle Istituzioni Sanitarie le LDL è molto importante per ridurre il rischio cardiovascolare, e quando è necessario, è fondamentale assumere il farmaco ipocolesteremizzante prescritto dal medico.

Ma torniamo all’HDL. Questa molecola agisce rimuovendo i grassi dalle placche accumulate nei vasi, riportandoli al fegato. Inoltre, previene l’ossidazione delle LDL, un processo che aumenta la pericolosità del colesterolo cattivo. Si è quindi sempre pensato che questa azione riducesse il rischio  di infarto e ictus. Effettivamente, quando sono rilevati  livelli circolanti  bassi si registra un aumento del rischio di morte per malattia cardiovascolare e probabilmente d’insorgenza di alcuni tumori.

Molto spesso quindi i pazienti, e talvolta anche i professionisti della salute, cercano in tutti i modi di alzare l’HDL al fine di ridurre il rischio di morbilità . Sono spesso gli stessi medici a incoraggiare le persone che hanno sofferto di cardiopatia a mantenere i livelli di HDL superiori ai 40mg/dL. Fino a qualche anno fa, si consigliavano addirittura dei farmaci per innalzare questo i livelli del colesterolo buono.

Questa strategia farmacologica è stata approfondita con lo studio AIM-HIGH (Atherothrombosis Intervention in Metabolic Syndrome with Low HDL/High Triglycerides: Impact on Global Health). Questo studio ha valutato l’efficacia della niacina nel ridurre il rischio cardiovascolare in soggetti con manifestazioni aterosclerotiche. Lo studio, che coinvolgeva  oltre 3400 persone, è stato interrotto con 18 mesi di anticipo per mancanze di effetti favorevoli e un potenziale incremento di eventi avversi. Ciò nonostante che assumeva la niacina registrava  un incremento medio delle HDL del 25% rispetto a chi assumeva soltanto placebo. Un limite di questo studio risiede nel fatto che i pazienti studiati fossero tutti in trattamento con una statina, un farmaco impiegato per mantenere sotto controllo i livelli di LDL. I ricercatori, infatti, ipotizzano che l’aumento di HDL fosse superfluo considerati i livelli di LDL farmacologicamente normalizzati.

Se la strategia farmacologica lascia dei dubbi sull’efficacia, sullo stile di vita adeguato non ci sono invece dubbi. Uno stile di vita sano aiuta a controllare i livelli di LDL ed a innalzare i livelli di HDL. Vediamo quali consigli seguire:

  • smettere di fumare
  • mantenere un peso normale
  • aumentare l’attività fisica
  • mangiare più frutta e verdura
  • preferire fonti di carboidrati integrali a quelle raffinate
  • ridurre i grassi trans.

Uno studio pubblicato su Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche, da un gruppo di ricerca di Harvard pone anche dubbi sull’innalzare oltre certi livelli le HDL. I ricercatori hanno indagato l’incidenza d’infarto cardiaco in soggetti con livelli di HDL particolarmente elevati a causa di una mutazione genetica. Il rischio fra questo gruppo e quello con livelli entro i range di normalità si è rilevato essere lo stesso. Questo confermerebbe come innalzare l’HDL oltre certi valori non garantirebbe una maggiore protezione cardiovascolare.

Una conferma arriva anche da uno studio pubblicato nel 2016 sul Journal of the American College of Cardiology. Si tratta di uno studio ampio, oltre 630 mila persone che non avevano mai avuto disturbi cardiaci e che avevano una età media di 57 anni. Questa grande coorte è stata suddivisa in in sottogruppi a seconda del proprio livello di HDL.  E’ emerso che coloro i quali avevano i livelli più bassi di HDL accusavano maggiori decessi per disturbi cardiaci, e fino a qui, nulla di nuovo. Un dato interessante, invece, ci racconta come in questo sottogruppo si sono registrate un maggior numero di morti per cancro, e quindi sembrerebbe che i bassi livelli di HDL possano essere correlati, anche se è ancora presto per esprimersi a riguardo con sicurezza. Ma questo studio conferma anche che i livelli particolarmente elevati di HDL (oltre i 100mg/dL) non garantiscono una protezione maggiore, ma anzi, questi soggetti hanno lo stesso rischio di quelli con valori molto bassi.

E quindi? Come concludiamo?

Per una persona con un rischio cardiovascolare significativo (ad esempio con ipertensione, diabete, sindrome metabolica, fumatore, evidenze di arteriosclerosi ecc.) può valere la pena tentare di innalzare i valori ematici di HDL.

Le attuali evidenze suggeriscono un range di valori per le donne tra i 50-70mg/dL e per gli uomini tra i 40-70mg/dL.

Le attuali evidenze non conducono però alla scelta farmacologica, ma ad un cambiamento dello stile di vita. Uno stile di vita sano che segua i consigli sopracitati è sicuramente in grado di ridurre il rischio cardiovascolare, ed eventualmente innalzare anche i livelli di HDL. A mio parere, l’effetto protettivo non è tanto conferito dall’innalzare livelli particolarmente le HDL quanto ad una dieta equilibrata e tanto movimento.

Quindi mangiate in modo equilibrato e muovetevi molto. La strategia vincente , non è sempre il farmaco!

Fonti

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/alzare-il-colesterolo-buono-non-serve-a-contrastare-il-cattivo

https://www.health.harvard.edu/heart-health/hdl-cholesterol-is-higher-really-better

https://www.health.harvard.edu/heart-health/high-hdl-may-not-protect-the-heart

Boden WE, et al. Niacin in patients with low HDL cholesterol levels receiving intensive statin therapy. N Engl J Med. 2011

High-Density Lipoprotein Cholesterol and Cause-Specific Mortality in Individuals Without Previous Cardiovascular Conditions: The CANHEART Study. J Am Coll Cardiol 2016