Latte, Calcio e Osteoporosi

Latte, Calcio e Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una bassa densità minerale ossea. Le ossa diventano più fragili e sono, quindi, esposte a un maggior rischio di frattura, anche per traumi di lieve entità. Secondo studi epidemiologici, in Italia, ne è affetto il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni. Oltre all’età, altri fattori di rischio sono il sesso femminile, una dieta sbilanciata e/o povera di calcio, la menopausa, alcune malattie e alcuni terapie farmacologiche (es. corticosteroidi, furosemide). Di solito l’osteoporosi non dà segnali della sua comparsa ed è spesso accertata (diagnosticata) solo a seguito di una frattura che può avvenire dopo una caduta anche banale. Se il medico curante sospetta che un suo paziente abbia l’osteoporosi, potrà prescrivere un’accertamento, la densitometria ossea computerizzata (MOC), utile per valutare il rischio che possa verificarsi una frattura.

Le persone a rischio di sviluppare l’osteoporosi dovrebbero prendere delle precauzioni per mantenere le ossa in salute, tra cui:

  • fare esercizio fisico regolare, meglio con dei pesi
  • seguire una sana alimentazione, che includa alimenti ricchi di calcio e Vitamina D
  • modificare gli stili di vita, ad esempio, smettere di fumare e ridurre il consumo di alcol

L’importanza di un adeguato apporto di calcio, fornito da latte e derivati, è ulteriormente confermato anche da un recente (Ottobre 2021) studio pubblicato sul BMJ .Gli effetti dell’integrazione con latte, formaggi e yogurt, in particolare, sono stati studiati in 60 strutture di assistenza per anziani, per un totale di oltre 7.000 uomini e donne ultraottantenni.

In queste strutture,  i soggetti che vi risiedono presentano diversi fattori di rischio per sviluppare l’osteoporosi e spesso la loro dieta è inadeguata. Gli anziani, infatti, sono spesso inappetenti, presentano disfagia (difficoltà a deglutire) e difficoltà a masticare. Tutto ciò può essere causa di malnutrizione, e in tal caso, di un’assunzione di calcio e proteine al di sotto dei livelli raccomandati. I ricercatori hanno chiesto a 30 strutture di offrire ai propri ospiti porzioni aggiuntive di formaggi e latticini, mentre le 30 strutture restanti hanno lasciato invariato il menù abituale, che forniva mediamente 700 mg di calcio e 0,9 g di proteine per kg di peso corporeo al giorno. Le porzioni considerate sono 250 mL di latte, 20 g di formaggio o 100 g di yogurt

L’analisi dei dati ottenuti  ha permesso di rilevare come nel gruppo di intervento, l’aumento delle porzioni consumate quotidiane di latte, formaggio e yogurt hanno determinato un incremento dell’assunzione giornaliera di calcio e proteine, rispettivamente, a 1142 mg e 1,1 g/kg di peso corporeo.  Dopo due anni, rispetto al gruppo di controllo (che aveva quindi mantenuto la dieta standard), il rischio di fratture di qualsiasi tipo è risultato ridotto del 33% e quello delle fratture all’anca quasi dimezzato (-46%) nel gruppo di intervento, nel quale la probabilità di cadute era inferiore dell’11%. Le differenze erano significative già dopo i primi mesi 5 mesi tra i due gruppi. I ricercatori sottolineano che tali risultati sono simili a quelli emersi da altri studi che, tuttavia, prevedevano l’utilizzo di terapie farmacologiche per la riduzione della fragilità ossea.

Circa il consumo di yogurt  avevo già parlato di uno studio (clicca qui per l’articolo) che suggeriva di aumentarne il consumo in quanto, questo, è associato ad una maggiore conservazione della densità ossea , contribuendo quindi alla prevenzione dell’osteoporosi, ed ad un miglioramento delle capacità funzionali motorie.

Questo intervento nutrizionale può avere quindi implicazioni significative come misura precauzionale nella gestione della salute pubblica degli anziani e i risultati dello studio si allineano con l’importanza di garantire un corretto apporto di macro e micronutrienti soprattutto nelle fasce di età fragili, così da evitare fenomeni di malnutrizione tipici dell’età avanzata che si manifestano spesso nelle strutture assistenziali, dove la corretta alimentazione dovrebbe rivestire un ruolo preventivo non secondario. Oltre a rappresentare una strategia economicamente accessibile e facile da attuare, il latte e i suoi derivati sono spesso facilmente masticabili e deglutibili, apprezzabili da un punto di vista organolettico, e quindi maggiormente graditi anche dalla popolazione anziana.

Quindi, cari nonni, consumate latte e yogurt!

 

Bibliografia